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Con Industria 4.0 si investa sulle nuove tecnologie emergenti, come intelligenza artificiale, blockchain, internet delle cose

By 1 Novembre 2018 No Comments

Con Industria 4.0 si investa sulle nuove tecnologie emergenti, come intelligenza artificiale, blockchain, internet delle cose

Abbiamo investito solo sull’offerta, ora stimoliamo la domanda per andare verso il Single Digital Market

La riflessione su Industria 4.0 nasce dalla recente rimodulazione del Governo, di alcune risorse disponibili, con 100 milioni per il Wi-Fi a tutti gli italiani e per le tecnologie innovative nel made in Italy. Le tecnologie emergenti cui si fa riferimento sono intelligenza artificiale, blockchain, internet delle cose: obiettivo del piccolo, ma significativo intervento, è innovare le aziende italiane – il famoso Made in Italy – per renderle più competitive sul mercato globale.

Fin qui il piccolo provvedimento varato dal Governo negli ultimi giorni di ottobre. Ma lo spunto mi serve per svolgere qualche considerazione sullo stato dell’arte di Industria 4.0.

Perché ritengo si tratti di un provvedimento (se ci saranno investimenti più cospicui quanto a finanziamenti) significativo? Perché sposta, a mio avviso, la logica dei governi precedenti, vedi Industria 4.0 e il piano Calenda, puntando a stimolare nuove energie davvero innovative nel Paese. Facile affermare che da quando venne varato il piano Calenda, il mondo sia cambiato a velocità rapidissima, non altrettanto velocemente sono andati avanti Competence Center e Digital Innovation Hub, l’architrave (nella stesura iniziale) dell’intero piano Industria 4.0.

E finora – è anche giusto dire per dare la giusta informazione – il piano Industria 4.0 (azione più che meritevole e che ho condiviso fin dall’inizio) ha puntato a rinnovare il parco macchine industriali del Paese (con ottimi risultati), e favorire, anche fiscalmente gli investimenti delle grandi aziende e non certo delle piccole e medie. Viceversa si intravvede nel nuovo corso l’inizio di un nuovo indirizzo, più aggiornato alla mutata realtà dei mercati, in cui Industria 4.0 serve a migliorare i processi per dare valore aggiunto al prodotto/servizio, in particolare rivolgendosi alla enorme platea delle PMI italiane. Insisto infatti nel dire che Industria 4.0 come è nata in Germania e poi evoluta in Giappone e in tante altre economie manifatturiere, è prima di tutto l’occasione di ripensare le nostre imprese in una logica 4.0, non solo cambiando i macchinari, ma ripensando il processo produttivo, l’organizzazione, fino ai prodotti/servizi al consumatore. Ecco quindi che vanno stimolate attività di affiancamento e consulenza (e sono in arrivo i manager di Industria 4.0 al posto del credito d’imposta in formazione) di cybersecurity, di big data, di e-marketing, di blockchain, di intelligenza artificiale, di internet delle cose etc Insomma di tutto ciò che può davvero dare valore aggiunto alle nostre imprese del Made in Italy e ai prodotti che queste immettono sul mercato. Ottimo quindi – a mio avviso – investire in queste tecnologie e puntare su Information Tecnology e Cyber Phisical, ovvero la piena integrazione tra IT e digitale.

In conclusione ritengo che negli ultimi anni abbiamo operato troppo in direzione dell’offerta, stimolando troppo poco la domanda. Dopo infrastruttura e tecnologia, ci stiamo accorgendo che dobbiamo avere un mercato e i principali indicatori ci dicono che a livello di utilizzo degli strumenti web siamo costantemente fanalino di coda. Investire in wi-fi significa avvicinare le persone alla rete, investire nelle tecnologie emergenti vuol dire avvicinarci alle altre nazioni europee.

Il nuovo grande sforzo, dell’intero sistema produttivo e associativo, quindi va fatto nello stimolare l’alfabetizzazione digitale, sia per le imprese, che per i cittadini, che sono alla fine il primo mercato di riferimento.

Per esempio, si sta comprendendo come la cosa più importante che sta accadendo e trasformando il mondo, si chiama Intelligenza Artificiale? Ognuno di noi imprenditori deve capire veramente perché, per come, ed essere in grado di leggere criticamente il fenomeno. Questo significa evolvere in skill e competenze di Industria 4.0 !

 

Gianni Potti, Presidente CNCT Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici

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