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LA RETE: 50 anni fa, da Arpanet ai giorni nostri

By 12 Novembre 2019 No Comments

Il 29 ottobre 2019 sono passati esattamente 50 anni dal primo collegamento Arpanet, l’antenato di Internet che il 29 ottobre 1969 mise in contatto l’Università della California e lo Stanford Research Institute sull’asse Los Angeles-San Francisco, anche se solo per pochi istanti.

Questo fu il principio. Ma il web come lo conosciamo oggi arrivò molto più tardi

Spesso in effetti si parla di internet e web come se fossero la stessa cosa.

In realtà, non è così. C’è una differenza notevole tra i due concetti. La rete internet è l’infrastruttura tecnologica dove viaggiano i dati. Può essere immaginata come una specie di autostrada digitale, con le proprie corsie ( canali ), snodi (server ) e regole ( protocolli ). Data di nascita quella di cinquant’anni fa.

Il web invece è uno dei servizi internet che permette il trasferimento e la visualizzazione dei dati, sotto forma di ipertesto. Tutto ciò che normalmente vediamo sul nostro browser. Oltre al web esistono altri servizi internet come la posta elettronica, i newsgroups, i trasferimenti FTP, ecc. Il web nacque nel 1991, circa venti anni dopo la nascita della rete Internet. Il termine Web sappiamo che è l’abbreviazione di World Wide Web ( WWW ).

Fatta questa celere premessa, possiamo ragionevolmente affermare che poco meno di trent’anni fa la nostra vita è cambiata: tutto è diventato più veloce, tutto è diventato più accessibile tutto è (o pensiamo sia) nelle nostre mani, i desideri, gli amici, l’amore… Possiamo navigare ovunque ci si trovi, nelle città, nelle montagne, nei ricordi e sugli oceani. Forse non possiamo più perderci, ma possiamo se vogliamo ritrovarci.

Siamo tutti connessi, sempre. Possiamo decidere quante vite vivere e quale vita scegliere, ogni momento…

Trent’anni fa il web è entrato nella nostra vita e noi siamo cambiati…

Che cosa siamo diventati?

Questa è la vera unica domanda alla quale dovremmo provare a rispondere.

Per chi è della mia generazione infatti pensava che il più sconvolgente evento della storia fosse stata la fine del muro tra est ed ovest e del comunismo. Invece… Invece trent’anni dopo scopriamo che l’avvento del web e del digitale sono stati molto più sconvolgenti di ogni altro evento degli ultimi cinquant’anni.

E’ cambiato il modo di comunicare tra persone, aziende e anche enti della pubblica amministrazione. È mutata la concezione di spazio, distanza, socialità, relazioni, economia, cultura, consumo. E’ cambiata profondamente la vita privata e familiare, il lavoro e le esperienze professionali, le relazioni sociali, il rapporto con la Pubblica Amministrazione e con i servizi in generale.

Certo conosciamo tutti i pericoli della rete e cosa questo produca:  l’heating (odio in rete), le fake news (notizie false), le truffe on line, lo stolkeraggio che segna la web reputation, la violazione della privacy, fino agli utilizzi più criminali del web che pone infiniti problemi di sicurezza agli Stati e alle grandi aziende globali.

Ma detto ciò, e dato per acquisito che di tutto questo se ne parla anche troppo, esiste una parte di digitale che decisamente ci ha migliorato e ci migliorerà la vita, questa è la buona notizia che intendiamo valorizzare.

Il digitale è entrato da trent’anni talmente in profondità nelle nostre vite che quasi lo diamo per scontato, non lo vediamo, non lo percepiamo e non lo sappiamo sfruttare a dovere.

Infatti se guardiamo ai dati scopriamo di essere – noi italiani – tra i maggiori utilizzatori di telefonia mobile. Ma non lo siamo altrettanto nell’utilizzo delle opportunità che ci offre la connessione alla rete internet e ai servizi. Solo il 69% degli italiani utilizza internet regolarmente. Solo il 31% lo usa per l’home banking, il 13% appena compila modulistica on line per la Pubblica Amministrazione…

Ma potrei continuare su scarso utilizzo per e-commerce, social, persino prenotare una vacanza. In Europa siamo costantemente fanalino di coda (vd indice DESI) segno che necessita oggi più che mai alfabetizzare il nostro Paese, un po’ come si fece dopo la guerra con l’Italiano scritto. Siamo decisamente ignoranti digitali ! Oggi urge formare i formatori e poi insegnare il digitale a noi tutti italiani, questa è una delle sfide necessarie per lo sviluppo del Paese.

La domanda vera che ci poniamo pertanto rimane: trent’anni fa il web è entrato nella nostra vita e noi siamo cambiati. Che cosa siamo diventati?

La risposta che diamo è profondamente culturale: la tecnologia è solo un mezzo, non è il fine… l’uomo deve saper gestire i contenuti e le opportunità del digitale. E per farlo l’uomo deve conoscere le potenzialità del digitale, deve alfabetizzarsi e governare quella che noi chiamiamo la digital transformation !

 

Gianni Potti
Presidente 
FONDAZIONE COMUNICA

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