Fabbrica 4.0

Milano chiama Nord-Est

By 16 Marzo 2012 No Comments

16 marzo 2012

Anche stamattina come ultimamente mi accade sempre piu spesso sto andando in treno a Milano. Vuoi per clienti, vuoi qualche volta per l’Associazione, fattosta’ che percorro sempre più spesso la tratta Padova Milano. Oggi ad esempio vado al DAG Digital Advisory Group.
Se Di Vico avesse cercato un altro nome per il suo libro, probabilmente avrebbe potuto titolare, parafrasando Wim Wenders “cosi vicini, cosi lontani”.  Infatti nel suo libro Di Vico sottolinea come Milano e il Nord Est vivono accanto, ma si parlano poco. C’e sicuramente del vero in quanto afferma, ma a parer mio vanno fatti dei distinguo.
Concordo sul fatto che a Milano noi si vada spessissimo, ma il sentimento sia di distaccata estraneità. Effettivamente anch’ io parlando con amici lombardi dico sempre che a Milano non vivrei, mentre li opero e ci lavoro volentieri. Indubbiamente a noi piace la dimensione del piccolo e’ bello, non solo per le aziende, ma anche per le nostre case, i nostri paesi, i nostri borghi.
Ma il mondo e’ cambiato ad una velocità che cio’ che facevamo in tre anni, oggi si fa in tre mesi. La crescita delle aree urbane ne e’ un esempio.
Il processo di polarizzazione dei territori, rispetto allo sviluppo diffuso del Veneto, pertanto ritengo sia ineludibile. Quante volte ci ripetiamo che o sei sui nodi della rete, o sei out ! Quante volte ripetiamo che la competitività non e’ più tra gli Stati nazionali, ma tra aree urbane concorrenti.
L’ Europa tanto per fare un esempio sta individuando 300 città (una ventina in Italia) nella logica delle Smart cities, le città intelligenti. E la stragrande maggioranza delle politiche comunitarie da qui al duemila e venti sara’ concentrata su questi poli urbani.
In primis le città debbono quindi tornare ad essere competitive.
Debbono essere attrattive, per attrarre investimenti e insediamento di nuove imprese in termini di mercato, clientela, mobilita’. Per quarant’anni lo sviluppo urbano era stato visto in negativo. Poi, nell’ultimo decennio, e’ cambiato tutto e sono diventate sempre piu rilevanti le funzioni di sviluppo verso le città, specie con i kibs, i servizi innovativi e tecnologici, come elemento moltiplicatore dello sviluppo. Ecco perché il cosiddetto terziario e’ fondamentale per il nord est. Tanto per fare un esempio bastera’ dire che dopo Milano c’e’ Brescia nella classifica delle imprese che vendono utilizzando l’ on line e l’ e-commerce. Il Veneto e’ molto indietro nella graduatoria…
Un terziario fortemente ancorato al manifatturiero diventa il vero valore aggiunto per la competitività tra le aree urbane per la crescita a nord est.
Secondo,va riconosciuto come geograficamente, nella logica dei grandi corridoi dello sviluppo, non esista un solo nord est, ma c’e ne siano almeno due: Pa tre ve, e direi anche l’ alta vicentina, guarda decisamente a est; Verona guarda invece tra Lombardia e Brennero.
Direttrici diverse di sviluppo e di alleanze, con peculiarità molto differenti.
Terzo, ed ultimo, va anche riconosciuto che oggi sia necessario fare squadra, e noi facciamo decisamente fatica. L’individualismo (un tempo caratteristica che ha fatto grande le nostre imprese e i nostri imprenditori) deborda nei nostri cromosomi. Oggi questo non va benissimo, oggi serve contaminazione, senso di squadra a tutti i livelli, aggregazioni di imprese per andare sui mercati, e qui siamo in difficoltà a dare il meglio di noi stessi. Noi veneti finora storicamente siamo stati uniti solo di fronte ad un nemico. Cosi la Lega ha unito negli ultimi vent’anni i veneti urlando Roma ladrona ! E ne ha conquistato il consenso. Altrimenti l’andazzo qui da noi e’ “ognun per se e dio per tutti”.

Gianni Potti
Presidente Confindustria
Servizi Innovativi Veneto