Fabbrica 4.0

Outlook di Confindustria SI

By 22 Marzo 2011 No Comments

22 marzo 2011

Quante volte ci siamo detti: e’ una stagione nella quale si studia e si approfondisce poco. Riceviamo tutti noi tante informazioni, abbiamo tantissimi modi per essere sempre informati, ma poche occasioni per andare in profondita’, non restare alla superficie delle cose.
E cosi’ per il secondo anno consecutivo Confindustria Servizi Innovativi del Veneto si e’ chiusa in seminario a porte chiuse, in quel di Abano Terme, per ascoltare illustri ospiti che si sono prestati a raccontare il loro “outlook”, la loro visione sul futuro, sulle nuove tecnologie e le possibili connessioni con il manifatturiero.
Niente informazione ai mass media, niente pubblicita’, il direttivo regionale, piu’ i vicepresidenti di ciascuna territoriale veneta, in tutto non piu’ di venticinque invitati, si sono riuniti in un fine settimana per studiare e ripassare la materia, nonostante la maggior parte di essi siano imprenditori di successo proprio nei settori innovativi di informatica, telecomunicazioni, comunicazione etc etc.
Un’esigenza di ciascuno di noi di fermarsi per approfondire, per non restare alla superficie delle cose…
Il primo illustre ospite e’ stato Renzo Turatto Direttore del Ministero dell’innovazione, braccio destro del Ministro Brunetta.
Turato ha raccontato come il Ministero, quasi senza portafoglio, stia provando a cambiare comportamenti e procedure della PA verso il cittadino. Un occhio all’Europa ed uno al Veneto nel racconto di Turatto hanno convinto gli imprenditori presenti che il federalismo se ben giocato puo’ essere una grande occasione anche per le imprese, ma prima di tutto vanno alleggerite lungaggini burocratiche e incrostazioni presenti a tutti i livelli nella PA.
Poi e stata la volta del prof Fuggetta, AD del Cifriel, di Milano, forse la più evoluta struttura che produce oggi innovazione nel nostro Paese. “L’innovazione non e una cosa che si compra – ha detto Fuggetta agli imprenditori in sala – L’innovazione si costruisce, e’ un processo. Serve capire veramente i problemi ultimi del cliente, innovare non e’ proporre le proprie idee, ma sapere ascoltare in silenzio per progettare soluzioni utili ai clienti. In una parola costruire soluzioni da adeguare al contesto.”
Poi Fuggetta ha sfatato i luoghi comuni sull’innovazione. “La ricerca necessita del sostegno del pubblico ! Vogliamo dircelo che il 70% della ricerca del MITT negli Stati Uniti e’ finanziata dal pubblico?
Perché sulla ricerca non esiste interesse economico diverso. Sull’innovazione invece il discorso e’ diverso. L’innovazione e’ molto più privata magari sostenuta con incentivi. Ma va promossa assolutamente dal privato. Idem rispetto alla visione convenzionale di innovazione e brevetti. Il brevetto e’ un idea, non un prodotto, e’ un processo, non e’ business e’ un idea !”
E’ stata infine la volta di Francesco Profumo, Rettore del Politecnico di Torino, appena atterrato da Parigi dove le citta’ di Lione, monaco di Baviera e Torino avevano presentato il giorno precedente una call europea sulle Smart cities. Il diario del seminario di Confindustria riparte dalle considerazioni di Profumo sulla fine anni ’70 e i primi computer, e su come dalL’87 ad oggi il mondo sia cambiato radicalmente. “Questa cosa che si chiama computer ci ha cambiato la vita: oggi rispetto ad allora e’ piccolo, potente ed estremamente economico. Allora lo pagai 1200$. Ma la nuova rivoluzione in corso e’ quella dei sensori, che saranno sempre piu’ determinanti. Pensate che oggi i punti interconnettibili al mondo sono 6 mld; nel 2015 saranno 100 mld.”. E ancora Profumo su come sta cambiando il concetto di fabbrica in Fiat e come potrebbe essere la fabbrica del dopo: “Necessita’ assoluta di flessibilità dei processi. Si pensi che intorno agli anni ’80  su 100 auto prodotte 4 avevano differenze le altre 96 erano tutte uguali. Oggi, sempre su 100 auto, 2 sono esattamente uguali, le altre una diversa dall’altra ! Oggi sarebbe da dire che l’ auto viene progettata quasi in linea. Ma il cambio e’ epocale, pensiamo alla energetica del processo. Mentre il costo del lavoro e’ ormai marginale ed incide per un 7-8%, l’energia diventa il tema importante. Si pensi alla manutenzione degli impianti: le nuove fabbriche saranno molto più sensorizzate del passato e gestite e manutentate in remoto da diverse parti del mondo e rese omogenee e standardizzate nei processi tra loro.”. Poi Profumo si e’ soffermato sul futuro rapporto tra uomo e fabbrica, sul localismo esasperato dell’Italia che crea nanobandi e nanoprogetti… e infine sui ragazzi cresciuti nei social network, dove esiste un dialogo continuo. I ragazzi di oggi sono “nativi digitali”, hanno delle competenze e sistemi di relazioni differenti. Abituati ad una continua interazione, sono in difficoltà nella nostra scuola che offre rapporti unidirezionali: di qui a ritrovassi a scuola poco attenti e interessati, il passo e’ breve !