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CREARE UN NUOVO MIX TRA UMANESIMO E TECNOLOGIA, oltre il coronavirus

By 25 Maggio 2020 No Comments

In questi giorni siamo tutti travolti da fiumi di parole, da numeri e statistiche, da opinionisti vari che dalla scienza alla politica tentano di darci qualche chiave di lettura su quanto ci sta capitando – stavo per scrivere ci sta cadendo addosso – la più grande disgrazia che ha vissuto la nostra generazione su questa Terra.

Ma proviamo a fissare tre semplici concetti, per provare a partire da qui ed abbozzare appena quale Italia e mondo sarà dopo l’epidemia.

Il primo è una sorta di “bignami” del presumibile nostro futuro, che sarà fatto di stop alla globalizzazione; meno consumi e viaggi; scuola e lavoro a distanza; frontiere più alte tra gli Stati; produzione nazionale di tutti i beni essenziali; spesa pubblica concentrata su ambiente e sanità; distanziamento umano e sociale.

Dopo l’emergenza che ci ha trovati impreparati, per la ripartenza, non possiamo più farci trovare impreparati!

Il secondo si chiama velocità: voglio fare un esempio di cosa significa “velocità” ai tempi del corona virus (nulla, nulla di ciò che abbiamo visto sino ad oggi).

Chi avrebbe mai detto che la scuola diventava digitale “obtorto collo” che piaccia o no a insegnanti o sindacati ? Si fa così e basta: e tutti si sono adeguati e tutti stanno facendo scuola, chi in maniera organica, chi in maniera un po’ più naif, anche per via della mancanza di dotazioni informatiche e soprattutto di banda larga. Ma dall’oggi al domani è avvenuto, nel giro di qualche settimana, un cambio epocale nelle nostre scuole. Ecco tradotto in pratica cosa significa “nulla sarà come prima”!  A quanti convegni abbiamo partecipato sull’opportunità di usare il digitale a scuola, che svilupperebbe un QI (quoziente intellettivo) di chi ne fruisce e cose di questo tipo… Bene oggi la scuola è solo su strumenti digitali: il menu è cambiato! E cambia radicalmente il ruolo del docente che deve guidare una trentina di studenti collegati in rete, seguendoli con ancora maggiore attenzione, dando ispirazione, non solo insegnando, ma dando motivazioni e tutti si abituano a contingentare i tempi dei loro interventi.

Forse scopriremo – a breve – che sparirà il digital divide culturale e che il futuro non dividerà più l’analogico dal digitale. Forse dovremo archiviare immediatamente parole come Rinascimento digitale, magari sostituendolo con digitale per tutti ora e subito: alfabetizzazione per cittadini e imprese deve diventare obbligatorio per non restare fuori, ancora più indietro in Europa e nel mondo!

Questa è la sfida: saper creare il nuovo mix di umanesimo e tecnologia! Sostanzialmente abbiamo fatto passi in avanti, maggiormente nelle ultime tre settimane che negli ultimi tre anni… Stiamo capendo quanto può essere utile il digitale per migliorare la qualità della vita. Formazione online e smart working diventeranno il new normal. E riusciremo a dare velocità all’urgenza di Industria 4.0 che hanno le nostre imprese, metalmeccaniche o del commercio, artigiane o del turismo, tante, tantissime imprese devono affrontare rapide la ripresa dopo covid19, per non sparire… Ma su questo, sulla capacità di reazione forte di imprese e governo (si intenda Regioni + Stato)  qualche dubbio onestamente ce l’ho… Soprattutto in un periodo di “politica” debole che non decide, con poche idee, conflittuale.

L’unica è di augurarsi che succeda come con l’e-learning nelle scuole, così le imprese interverranno, come uno tsunami, lavorando sulla re-ingenirizzazione dei propri processi produttivi e sfruttando al meglio le enormi potenzialità che offre alle nostre imprese il digitale. L’occasione è ora, adesso.

Il terzo si chiama incertezza ed imprevedibilità. L’incertezza non è solo negatività, ma può diventare opportunità. L’imprevedibilità ti fa fare cose che mai avresti previsto. In matematica significa caos. Nel nostro futuro questo non ci deve spaventare, a patto noi si sappia condurre le cose con competenza e coerenza. E rammento che noi italiani, a gestire il caos, non ci batte nessuno.

E cosi tra incertezza ed imprevedibilità l’uomo sarà sempre più al centro: non come slogan, l’abbiamo scoperto in questi giorni come il digitale possa sviluppare la nostra umanità. Tutti stiamo capendo che i nostri non erano solo convegni, stiamo capendo quanto può essere utile il digitale per migliorare la qualità della vita, e questo ci porterà molto molto lontano e molto molto in avanti se sapremo cogliere il cambio in corso: formazione online e smart working diventeranno il new normal. Così come l’e-commerce, e-government, telemedicina, monitoraggio dei pazienti, stampanti 3D, ecc. Ecco perché all’incertezza e imprevedibilità, serve rispondere con una strategia, serve un piano, e l’unico elemento che lo può fare è l’uomo, con le sue visioni e competenze.

In conclusione, quindi,  credo che su questi item si snoderà il nostro prossimo futuro, e guai a chi pensa che prima o poi tutto tornerà come prima. No il vecchio mondo non tornerà, a noi la scelta se sarà un mondo di solidarietà tra umani e Stati, quindi solidali tra uomini, o se sarà un mondo di muri e divisioni.

E allora mi chiedo: ma questa lezione ci servirà a riscoprire tanti valori che abbiamo lasciato troppo spesso per strada?  Il contatto umano, come sapersi gustare la bellezza di una passeggiata in compagnia? Sapremo mettere da parte edonismo fine a se stesso e grandi e piccoli egoismi? Sapremo ritrovare tutto questo?

Spero tanto di si perchè significherebbe che questa esperienza ci è servita.

Anche se in una parte del mio cervello, si manifesta qualche dubbio. Dubbio perché siamo anche animali che dimenticano in fretta. Nascerà una nuova solidarietà globale o ci rinchiuderemo nei nostri miseri interessi di bottega?

Forse è presto per rispondere ma la sfida globale del futuro nasce proprio da qui.

Gianni Potti

*pubblicato pagina 79 “Chissà, Chissa Domani” oltre il coronavirus la vita che verrà

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